“… Sono io, amore, di ritorno in technicolor”.
(La mia vita prima dell’alba)
Louise Glück Bio
Louise Glück è una poetessa contemporanea tra le più celebrate d’America. Nata a New York nel 1943 ha collaborato con le più importanti riviste americane. Autrice di libri ampiamente acclamanti, ha vinto nel 1993 il premio Pulitzer per The Wild Iris. La sua poesia è rigorosamente personale, contenuta tra le pareti domestiche, fra i suoi oggetti. Diapositive che ritraggono il quotidiano, apparentemente banali, se non fosse per il gusto particolare dell’inquadratura e per la tecnica di scrittura: le immagini nel verso sono brevi, spezzate dalla punteggiatura decisa, con rime brillanti e mai ingombranti.
Inizio di Dicembre a Croton-on-Hudson
(Early December in Croton-on-Hudson /1968)
Lance di sole. Lo Hudson si
Scheggia di ghiaccio.
Sento i dadi d’osso
Della ghiaia nel vento scricchiolare. Pallida
D’osso, la neve recente
Aderisce come pelliccia al fiume.
Stasi. Partivamo per consegnare
Regali di Natale quando scoppiò la gomma
L’anno scorso. Sopra le morte valve pini cimati
Da un temporale stavano, i rami spogli…
Ti voglio.
Secondi
(Seconds / 1968)
Anelavo, essendo restata così a lungo
Vuota, a quel che lui aveva, durezza
Che (mio figlio già un ragazzo)
Ancora mi risucchiava verso quell’anello, quella benedizione.
Sebbene sapessi come in lui sia
Debolezza: oziando nel gin
Tesse qualche minaccia obliqua finché
Mi storcerà un braccio, o ciò che dico – mio figlio
Sta già rigido sull’uscio, vedendo tutto,
E poi quel pugno veloce sferza il mio unico
Bambino, la mia vita… Certo che m’importa.
Guardo le vicine che accorrono
Coi loro punti di vista. Ora enorme di torta la loro
Faccia bianca levita sopra la sua tazza; sorridono,
Donne infossate, succhiando il loro tè…
Lascerei che la casa andasse in fiamme per questo fuoco.
Primogenito
(Firstborn / 1968)
Le settimane passano. Io le ripongo,
Sono tutte uguali, come barattoli di minestra scorticati…
I fagioli inacidiscono nel pentolino. Guardo la cipolla
isolata
Che galleggia come Ofelia, incrostata d’unto:
Tu svogliato, giochi col cucchiaio.
E adesso? Ti mancano le mie premure? Il tuo cortile matura
In un padiglione di rose, come un anno fa quando suore di servizio
Mi spingevano lungo la corsia…
Tu non potevi guardare. Vidi
L’amore convertito, tuo figlio,
Sbavare sotto vetro, affamato…
Mangiamo bene.
Oggi il mio macellaio spunta il suo coltello esperto
Sul vitello, la tua passione. Io pago con la mia vita.
Fonte:
Giovani poeti americani (Einaudi Editore, 1973)
Traduzione: Gianni Menarini
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