«Traggo piacere solo da quei versi nei quali mi sembra di aver trovato qualcosa di duro e di freddo, cioè l’opposto di tutto ciò che sono e di tutto ciò che la mia nazione è».
Responsibilities
William Butler Yeats (1865-1939) è considerato uno dei maggiori poeti di lingua inglese del XX secolo e figura primaria del movimento per la rinascita culturale irlandese. La personalità e l’opera sono state fortemente condizionate dai miti, dal folclore, dalle leggende d’Irlanda. Infine dall’esoterismo, a cui si dedicò per tutta la vita. Responsibilities, segna il punto di passaggio fondamentale da una fase ‘privata’ a una ‘pubblica’, che quindi non rifiuta nemmeno la politica. Il tono ironico e realistico, già tipico dell’autore, si fa più incisivo, gli elementi magico-simbolici si arricchiscono di nuovi significati e si fondono con le necessità della polemica, in uno stile in cui si incontrano accenni metafisici e linguaggio scarno. Vi proponiamo, di seguito, quattro poesie da questa raccolta del 1914.
4 Poesie di W.B. Yeats
I. A una fanciulla che danza nel vento
(To a Child Dancing in the Wind)
Danza laggiù sulla riva;
Perché ti dovresti curare
Del vento o del ruggito delle acque?
Libera i tuoi capelli
Umidi di salsedine;
Sei troppo giovane per aver conosciuto
Il trionfo dello sciocco, o l’amore
Perduto non appena conquistato,
O la morte del miglior lavoratore
Mentre tutti i covoni
Sono rimasti ancora da legare.
Perché dunque dovresti temere
Il mostruoso gridare del vento?
II. Due anni più tardi
(Two Years Later)
Nessuno ti ha mai detto che i tuoi occhi
Arditi e belli avrebbero dovuto
Essere fatti più esperti? O avvertita di come
Sia disperata la falena quando si brucia le ali?
Avrei potuto insegnartelo io;
Ma tu sei giovane, così parliamo un linguaggio diverso.
Oh, prenderai tutto quanto ti è offerto
E sognerai che tutto il mondo è amico,
Dovrai soffrire come tua madre ha sofferto,
E alla fine tu sarai spezzata;
Ma io sono vecchio e tu sei giovane,
E io parlo una lingua barbara.
I Magi
(The Magi)
Ora li posso vedere, come sempre, con l’occhio della mente,
In quelle vesti rigide e dipinte, i pallidi
Insoddisfatti apparire e scomparire nell’azzurra
Profondità del cielo, i loro volti antichi come pietre
Battute dalla pioggia, e tutti gli elmi d’argento, che ondeggiano
L’uno vicino all’altro, e gli occhi sempre fissi, sperando
Di ritrovare ancora, insoddisfatti del tumulto del Calvario,
Sul pavimento bestiale il mistero
Del tutto incontrollabile.
Un Mantello
(A Coat)
Feci al mio canto un mantello
coperto coi ricami delle antiche
mitologie, dai piedi fino al collo:
ma gli sciocchi
lo presero per loro, lo indossarono
davanti agli occhi del mondo
quasi che loro l’avessero cucito.
Canzone, lascia pure
che se lo tengano, perchè
ci vuole più coraggio a camminare nudi.
Fonte:
W.B. Yeats, Poesie (Oscar Mondadori, 1974)
A cura di Roberto Sanesi
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